Il nuovo farmaco antinfiammatorio potrebbe essere valido anche per la lotta contro i tumori
Iniezioni di un potente antinfiammatorio a base di un anticorpo monoclonale contro le malattie del cuore e forse anche i tumori. I primi esperimenti americani, con l'uso di 'canakinumab', su circa 10.000 pazienti tutti post-infartuati,hanno detto risultati senza precedenti ed estremamente promettenti. Tanto che gli scienziati del Brigham Women Hospital di Boston che hanno condotto l'indagine, parlano di una 'nuova era' per la prevenzione dei problemi cardiovascolari e forse anche dei tumori, basata proprio sull'uso di antinfiammatori.
In chiusura sarebbe invece l'epoca in cui i farmaci a base di statine contro i lipidi nel sangue venivano considerati la principale chiave di volta per abbassare i pericoli al cuore. Questi i dati: il team di Boston guidato da Paul Ridker ha sperimentato l'anticorpo monoclonale - che mira a bloccare l'attività della sostanza infiammatoria interleuchina-1 B - su 10.000 pazienti post-infartuati, con marker di infiammazione nel sangue,e già sottoposti a trattamenti con statine ecc. Nel giro di 4 anni, i pazienti che ricevevano iniezioni di 'canakinumab' ogni tre mesi, hanno evidenziato rischi inferiori del 15% di avere un secondo infarto rispetto al gruppo di controllo che non aveva avuto le iniezioni. Sempre nel gruppo trattato con l'anticorpo monoclonale, il bisogno di ricorrere ad interventi di stent o bypass cardiaco è risultato inferiore del 30%.
A prendere di sorpresa gli stessi ricercatori,un dato inatteso:i volontari che usavano 'canakinumab' hanno avuto circa la metà dei casi di tumore ai polmoni, manifestati nel tempo dagli altri partecipanti. Unico effetto collaterale possibile del nuovo trattamento è stata l'osservazione di un aumento dell'1& del rischio di infezioni nel gruppo di pazienti trattati. ''Questo studio apre una nuovo cammino terapeutico - ha detto Ridker - nella mia vita ho visto nel campo della cardiologia preventiva tre grandi ere: quella della scoperta dell'importanza della dieta e di smettere di fumare, quella dei farmaci a base di statine, ed ora la terza''. Contro le infiammazioni. Lo studio - anticipato da vari media - è pubblicato in contemporanea sul 'New England Journal of medicine' e su 'Lancet'.
fonte: ansa
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